Di Susanna Tartari
E’ un dato di fatto, ormai, che la rievocazione storica sta sempre più prendendo piede. O forse, sarebbe meglio dire, che gli apparati istituzionali si stanno rendendo conto che la rievocazione storica esiste, tant’é vero che nel 2016 sono state presentate alla Camera dei Deputati, ben due proposte di legge.
Anche gli Atenei non sono immuni da questa Arte e non è inusuale, ormai, leggere tesi di laurea dove la rievocazione storica viene affiancata alla comunicazione, ai beni culturali, al marketing turistico, ecc.
Ad essere incuriositi da tale “fenomeno”, fino al punto da volerlo studiare attentamente, in prima fila c’è l’Università di Pisa, che il 15 e 16 febbraio scorso, presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere ha organizzato un convegno dal titolo “Rievocare il passato: memoria culturale e identità territoriali”. Il convegno, a cui ho preso parte in qualità di relatrice, è stato la parte conclusiva del Progetto di Ricerca d’Ateneo 2016 dell’Università di Pisa che ha studiato un’ampia varietà di pratiche rievocative, indagandone la profondità storica e realizzandone un censimento (pubblicato sul sito web “rievocare il passato”) relativo alla regione Toscana, con raffronti comparativi in altre aree italiane ed europee.
Dal convegno, è emerso che il gruppo di ricerca ha studiato alcuni specifici casi, indagando le rievocazioni in una prospettiva multidisciplinare – storica, geografica, antropologica e dalla ricerca sono affiorate riflessioni su svariati aspetti del fenomeno: i suoi nessi con le identità territoriali, con le tradizioni civiche, i sistemi di sviluppo e le forme della politica locale. Nel convegno questi temi si sono discussi nel confronto con studiosi e professionisti del settore, che si sono occupati di rievocazioni da molteplici angolature disciplinari.
Ciò che ho potuto osservare però, ancora una volta, è come in Italia emergano le manifestazioni come “Giochi storici” e “Cortei”, che ahimè sono solo una parte (se pur importante in caratteri numerici), di come venga ancora poco compresa la figura del rievocatore–ricostruttore storico e come vi sia ancora poca conoscenza delle svariate epoche rievocate.
A questa mia riflessione, Fabio Dei, etnoantropologo dell’ateneo pisano responsabile del progetto, ha risposto così; “il nostro, è il primo tentativo di sistematizzare con un’analisi scientifica questo genere di eventi. Si tratta di un work in progress e speriamo che l’indagine possa proseguire anche con il sostegno delle istituzioni magari con la creazione di un osservatorio permanente”.
Non nego, che guardando al convegno con occhi di chi da circa vent’anni si occupa di questo mondo – sia come studiosa che come progettista di eventi e art director – di non aver potuto reprimere una certa criticità. Comunque, nel tirare le somme, al termine di questa esperienza, posso dire che il vedere un’università, così importante come quella di Pisa impegnata nello studio di questa materia, mi fa ben sperare.
I risultati del censimento, curato dall’Università nella regione Toscana, sono consultabili sul sito http://rievocareilpassato.cfs.unipi.it/