Questa associazione si prefigge lo scopo di far rivivere una piccola compagnia mercenaria del XIV secolo allestendo la ricostruzione di un campo militare al cui interno si svolgono tutte quelle mansioni che avremmo potuto realmente vedere nella seconda metà del 1300.
L’accampamento della Compagnia si sviluppa partendo dal nucleo storico delle piccole tende mercenarie e dell’esagonale più grande, intorno alle quali si anima la vita del campo, a completamento di questo spaccato, troviamo la ricca tenda del “signore” ornata da suppellettili, scrigni, tappeti e ricche stoffe, al cui soldo i mercenari si muovono.
L’associazione si occupa anche di scherma, studiando in particolare un manuale di scherma tardo medievale, il Flos Duellatorum scritto dal maestro d’arme Fiore dei Liberi. Altra attività è il tiro con l’arco storico focalizzato a studi inerenti agli archi diffusi nel nord Italia nel ‘300.
NOTE STORICHE
Le compagnie mercenarie del trecento difendevano e combattevano per il signore o il comune che le pagava, prendevano soldi, certo, ma ne spendevano anche nella stessa città, facendo muovere un “indotto” di mercanti, usurai, panettieri, stallieri, fabbri, prostitute, maniscalchi. Potevano avere anche una funzione di polizia e di sicurezza. Ma le compagnie erano formate anche da farabutti, grassatori, estorsori, assassini e stupratori… pendagli da forca, quindi, che spadroneggiavano in città, chiedendo il pizzo ai commercianti, mangiando e bevendo a sbafo nelle taverne, assaltando contadini e paesi tra uno spostamento e l’altro. La buona condotta delle compagnie dipendeva da tanti fattori, il salario, il “polso” del comandante, le regole più o meno rigide date all’interno di esse, la composizione degli elementi che la formavano, il rapporto con gli abitanti ecc.
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