I “Langobardi” in un documentario
A cura di Federica Garofalo
Immagini fornite dall’Associazione Invicti Lupi
Procedono, nonostante le inevitabili restrizioni causa pandemia, i lavori per realizzare la nuova fatica del gruppo di rievocazione storica Invicti Lupi di Romans d’Isonzo: il documentario Langobardi. Alboino e Romans, prodotto dalla Base2 Video Factory e diretto dal regista Simone Vrech.
La mente del progetto, tuttavia, è il presidente degli Invicti Lupi, Matteo Grudina, cui affidiamo il compito di spiegarci di cosa si tratta: «È un progetto che avevo in mente da diversi anni ma dalla bozza iniziale ci è voluto del tempo e la creazione di una variegata e grande rete di collaboratori in diversi campi tra studiosi, tecnici, volontari, associazioni e artigiani per arrivare a concretizzarlo. Rispetto a qualche anno fa, il Friuli in generale sta cominciando a investire molto di più nella cultura: l’estate scorsa abbiamo vinto un bando regionale che ci ha procurato parte dei finanziamenti necessari; altri fondi vengono dal Comune di Romans e da due banche. L’idea è quella di dare risalto al nostro territorio, quello di Romans, famoso per il ritrovamento di un’estesa necropoli degli inizi dell’epoca longobarda, che negli ultimi anni si è iniziato a valorizzare con la creazione di un nuovo museo. La gente non sa quante ricchezze ha sotto il naso.»
Romans è un territorio di confine, uno dei primi ad essere toccati dall’invasione longobarda di re Alboino nel 568, come tiene a sottolineare Matteo che da anni cerca di valorizzare questo passato con la manifestazione Romans Langobardorum: «Questa era zona di guadi, ed è proprio per controllarli che i Longobardi, nel primo periodo, danno vita a Romans come villaggio fortificato; questo primo periodo di fioritura durerà fino a circa la metà del VII secolo. Il documentario racconta appunto dell’invasione dell’Italia da parte dei Longobardi di Alboino e della fondazione di Romans».
Gli Invicti Lupi non saranno il solo gruppo di rievocazione storica coinvolto nelle riprese del documentario: li affiancheranno gli Avar Project di Trieste, i Liguri Numerus Italorum, gli Helvargar di Padova, gli Austriaci Quartodecimani, e i Norde Gard dall’Ungheria. Sono previste perfino riprese in Austria e Ungheria, luoghi di passaggio dei Longobardi. «Per il momento, stiamo ancora lavorando alla sceneggiatura,» frena Matteo Grudina. «L’uscita del documentario è prevista per la prossima primavera, covid permettendo. Sarà distribuito in DVD, sottotitolato in diverse lingue, Friulano compreso.»
Per saperne qualcosa in più, interpelliamo direttamente il regista, Simone Vrech, ingegnere elettronico da sempre appassionato di audiovisivo, che ha lasciato il “posto sicuro” e ha poi fondato una piccola casa di produzione, la Base2 Video Factory, che si occupa di video musicali e pubblicitari. Questo è il suo primo lungometraggio. «Il primo incontro con Matteo avvenne durante le riprese di uno spot pubblicitario in abito storico del 2012,» rivela, «e mi colpì subito la sua competenza in materia storica e la sua dedizione. Cominciammo a collaborare realizzando piccoli filmati per la promozione della manifestazione Romans Langobardorum, puntando molto sulla qualità scenografica e del minutaggio, creando così piccoli prodotti che ci hanno permesso di ottenere i finanziamenti regionali per questo documentario.»
Un documentario che è in realtà concepito come un “prodotto misto”, ovvero quello che nel mondo anglosassone chiamerebbero “docu-drama”, composto da piccole unità drammaturgiche indipendenti alternate alle interviste agli esperti; sono previsti perfino effetti speciali in 3D. «L’obiettivo è coinvolgere i giovani, con messe in scena spettacolari che di solito i documentari fanno fatica ad avere,» sottolinea Simone Vrech, «Il tutto però è accompagnato dallo scrupolo per i contenuti.»
Contenuti per i quali è fondamentale la consulenza di esperti come lo storico Nicola Bergamo e l’archeologo Michele Angiulli. «Ho avuto modo di conoscere Matteo Grudina e gli Invicti Lupi diversi anni fa in occasione dell’evento “Romans Langobardorum” e negli anni si è consolidata una sincera amicizia,» rivela quest’ultimo. «Il mio coinvolgimento nel progetto nasce dalla necessità di avvalersi della figura di un archeologo per completare il team di lavoro. Il mio ruolo consiste nel supportare il progetto nell’attività di ricostruzione dei diversi aspetti della cultura materiale longobarda. Il fine dell’attività rievocativa è, infatti, quello di presentare in maniera fedele, per quanto possibile, i diversi aspetti della vita quotidiana. Probabilmente, se l’emergenza sanitaria lo permetterà, interverrò personalmente nel documentario approfondendo alcuni temi.»
A questo punto sorge una domanda: al livello di cultura scolastica e di massa i Longobardi sono conosciuti nei giusti termini, e come si potrebbe favorire la conoscenza di questo periodo della nostra storia? «Beh, qui apriamo un capitolo controverso,» commenta il dott. Angiulli, «Credo che, pur essendo previsto lo studio di questo popolo nei programmi scolastici della scuola secondaria, si rischi spesso di dedicarvi poco tempo, in quanto “compresso” tra due importanti periodi storici: l’Età Tardoantica e l’Età Carolingia. Di certo, per favorire una maggiore conoscenza del popolo longobardo utili alla causa potrebbero essere convegni, mostre a tema, rievocazioni storiche e documentari che contribuirebbero ad una maggiore consapevolezza del nostro passato. Il nostro documentario lo si può considerare un punto di partenza e non di arrivo: il mio augurio è che l’impegno volontario di tante persone appassionate possa stimolare il pubblico ad approfondire la conoscenza di questo popolo che ha innegabilmente contribuito all’arricchimento della cultura del nostro Paese.»
Purtroppo l’emergenza covid sembra ostacolare e ritardare la realizzazione di questo progetto, che tutti i protagonisti cercano comunque di portare avanti nel pieno rispetto delle normative regionali e nazionali.
Per saperne di più:
Docufiction “Langobardi – Alboino e Romans” – dal sito degli Invicti Lupi.