Di Susanna Tartari
Corredo fotografico fornito da Riccardo Nenci
Quattro anni fa nasceva in val di Bisenzio nella Provincia di Prato un progetto rievocativo stabile, la Taverna Storica del Tercio, uno spazio privato dove accogliere gruppi di amici rievocatori, con la volontà comune di passare un fine settimana di confronto e convivialità in un ambiente che riproducesse fedelmente una taverna del XVII secolo.”
A parlarcene è Riccardo Nenci che potremmo ormai definire un <veterano della rievocazione storica>, con i suoi 20anni, circa, di ricostruzione storica che vanno dal medioevo al ‘900, passando per il napoleonico e da qualche anno, appunto, anche il ‘600.
A volte i sogni si avverano, vero Riccardo? Sono passati molti anni da che mi raccontasti del desiderio di avere uno spazio utile alla vostra associazione, dove poter rivivere spaccati di storia immergendovi completamente nell’epoca o nelle epoche che rievocate. Finalmente una casa colonica perfetta per le vostre esigenze. Ce ne vuoi parlare? “Vero, anche se con grande sforzo. Era un’idea nata molti anni fa, a dire il vero non da me ma da Stefano Ferri e Francesco Di Leone, i due amici con cui affronto la maggior parte delle mie follie rievocative oramai da anni, al rientro da un evento settecentesco in Germania dove videro una taverna storica ricreata con tutti i crismi e la cosa li entusiasmò molto. Un’idea come tante che li per li ti entusiasma poi si scontra con la realtà dei fatti, pochi soldi posti inadeguati e il tempo che non basta mai. Fin quando non si è palesata questa vecchia casa colonica in Vallata perfetta per le nostre esigenze. Perfetto contenitore per le nostre follie rievocative. In quattro anni abbiamo riempito questo contenitore adattandolo alle nostre necessità.”
Mi dicevi che avete iniziato con il XVII secolo per prepararvi all’evento che si tiene nei pressi di Groenlo nei Paesi Bassi. “Nel 2015 abbiamo deciso di intraprendere questa nuova esperienza e casualmente il nostro inizio è coinciso con l’anno in cui si svolge l’evento (evento biennale) “De Slag om Grolle” che si tiene nella seconda metà di ottobre a Groenlo in Olanda dal 2004, uno degli eventi rievocativi seicenteschi più grandi d’Europa. Per noi questa è la terza volta e non ti nego che è un’impresa organizzare il viaggio e prepararsi bene, ma ne vale la pena. Quest’anno si svolgerà dal 18 al 20 di Ottobre.”
Dunque, un luogo adatto a praticare la Storia Vivente o Living History (come la chiamano gli anglosassoni) e ad essere pronti per lo scenario europeo, dove sembra che siano molto esigenti. Mi confermi questa voce? In che modo vi preparate? “Lo scopo era proprio quello di creare un ambiente di confronto fra rievocatori in cui potersi divertire ed allenare in prospettiva di nuovi eventi. In realtà non è lo scenario europeo che è esigente, sono alcune manifestazioni ad esserlo più di altre e la sfida sta proprio nel riuscire a farsi invitare a certi eventi e a farsi invitare per le edizioni successive e questo richiede sempre più allenamenti e attenzioni all’abito e in generale al materiale del gruppo. Durante il fine settimana ci sono state varie sessioni di addestramento con la picca e con il moschetto confrontando le varie tecniche di comando e i regolamenti, tutto ben infiocchettato con pasti in stile taverna seicentesca cucinati nel nostro splendido focolare, non ci siamo fatti mancare la serata alla fioca lanterna fra dadi carte e un bicchiere di vino.”
Come menzionato sopra, ti si può considerare un veterano della rievocazione/ricostruzione storica, e le epoche in cui ti cimenti sono veramente tante. Anche la cascina è adatta ad ospitare e sperimentare tutte queste epoche? “Si dal 1997 ad oggi ho vestito molti abiti e ho girato molto. La cascina è adatta principalmente ad ospitare eventi che vanno dal XVI secolo in poi applicando piccole modifiche interne di volta in volta in base al epoca. Un esempio su tutti, possiamo illuminarla completamente a candele eliminando le luci elettriche che normalmente sono presenti nella casa e che, anche quelle, sono pensate per tenere uno stile di illuminazione che vada bene a cavallo delle due Guerre mondiali.”
Mi dicevi che lo spazio è privato e quindi – per il momento – non aperto al pubblico, ma tu sai che il pubblico di Rievocare è molto curioso e mi piacerebbe tu potessi raccontare di cosa si compone la cascina. “La struttura è una tipica casa colonica dell’appennino toscano con i suoi caratteristici infissi dipinti di rosso e circondata da olivete e bosco, davanti c’è l’aia dove si svolgevano le attività contadine. Varcata la soglia si accede al cuore della casa la taverna dove spicca sul lato destro il focolare, uno di quelli in cui i vecchi contadini passavano le serate al canto del fuoco a chiacchera e raccontar novelle, nella taverna ci sono quattro tavoloni pronti ad accogliere gli avventori e sulla parete, pronte all’uso sulla sua rastrelliera, luccicano alla luce delle due piccole finestre le padelle di rame. Muovendosi sul vecchio pavimento di cotto, un pò consunto, si arriva ad un’altra porta rossa che nasconde una scala di pietra serena, anch’essa liscia dai molteplici passi che ha sopportato, gradino dopo gradino si arriva ad una pesante tenda di lana che cela il salone sul quale affacciano le sei camere da letto pronte ad accogliere gli amici stanchi dopo una lunga giornata di addestramenti.”
Quali altri Gruppi Storici, si uniscono al vostro Tercio de Medici, in questo progetto? “Gli amici che ci accompagnano in questa avventura sono ASC Amaltea di Gallarate (VA), Compagnia d’armi Flos Duellatorum di Lavagna (GE) e la Compagnia della Picca e del Moschetto di Novi Ligure (AL). Con molti di loro ci conosciamo da prima di iniziare il progetto del Tercio de’ Medici ed è bello poter collaborare anche in questa epoca e poi, come succede spesso nel mondo rievocativo, abbiamo trovato altre persone che hanno i nostri stessi scopi e metodi di lavoro così abbiamo fatto nuove conoscenze altre conoscenze che ci hanno portato a questo punto.”
La cascina Taverna Storica del Tercio, per ora rimane un rifugio per amici rievocatori che amano sperimentare, ma non si può mai sapere. In effetti, un luogo così bello, potrebbe essere aperto ad un pubblico appassionato di storia e desideroso di provare l’esperienza di vivere in epoche passate.